Abruzzo web | Guerra Ucraina: Ciani “Fermare armi, solo con diplomazia giustizia possibile per popolo aggredito”


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5 Luglio 2023


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L’AQUILA – “Evidente è la responsabilità della Russia, che ha scatenato questa guerra contro l’Ucraina, paese aggredito. Giusto che l’Italia si sia schierata con l’Ucraina in continuità con la sua collocazione internazionale e nella Nato. Ma ora, dopo un anno e mezzo di guerra, si deve fare molto di più sul fronte della diplomazia. E quando si dice che prima occorre una vittoria militare dell’Ucraina, non si va in questa direzione, ma verso una guerra che rischia di incancrenirsi, si va verso una pericolosa escalation”.

Ad affermarlo ad Abruzzoweb è l’onorevole Paolo Ciani,  segretario nazionale Demos, alla vigilia dell’incontro di oggi alle 17.30 all’Aquila, presso palazzo Fibbioni,  un incontro dibattito sul tema: “L’Italia ripudia la guerra dall’articolo 11 della Costituzione alla guerra in Ucraina”.

All’iniziativa parteciperanno oltre a Ciani, Alfonso D’Alfonso, coordinatore reg. Demos, Nello Avellani,  segretario comunale Pd,  Francesco Marrelli, segretario provinciale Cgil,  Betty Leone, vice presidente  nazionale Anpi,  Paolo Giorgi,  coordinatore Movimento celestiniano, Enrico Perilli,  segreteria regionale Sinistra italiana,  Fabio Ranieri,  già segretario regionale Art. 1, Giorgio Fedele,  consigliere regionale gruppo 5 Stelle.

“Dopo un anno di guerra – prosegue Ciani -, in Europa sono cambiate molte cose ed è importante che anche all’interno della società italiana si possa discutere di quello che sta accadendo, di quello che è accaduto, per ciò che concerne sicuramente l’impegno del nostro Paese, dell’Europa, dei rapporti tra gli Stati. Ci ha colpito molto positivamente la solidarietà che gli italiani hanno espresso al popolo ucraino, con l’ospitalità, con molta generosità, e poi anche con l’invio di armi necessarie agli ucraini per difendersi dall’invasione. Ma il tempo passa, e la luce ala fine del tunnel non si vede, dunque tutto ciò non può essere l’unica forma di aiuto. Noi vorremmo che si facesse di più dal punto di vista della diplomazia, dal punto di vista dell’impegno a raggiungere un cessate del fuoco immediato. Non si può pensare che la pace potrà arrivare solo dopo che l’Ucraina vincerà militarmente contro la Russia, che è una potenza nucleare, solo dopo la riconquista dei territori ora in mano russa, solo dopo che sarà ripristinata la giustizia territoriale. Perché questo significa creare uno scenario come quello della Siria, dove si combatte da 12 anni, significa eternizzare la guerra”.

Pertanto, chiude il ragionamento Ciani, “prima di tutto serve il cessate il fuoco, e tutte le altre questioni andranno affrontate dopo a livello diplomatico. Gli attacchi al pacifisti, o ‘pacifinti’ li ho trovati in tal senso molto volgari. Siamo in una democrazia quindi ci possono essere pareri discordanti E il nostro parere è che non tutti vogliono una soluzione diplomatica, e che prima di ogni cosa devono tacere le armi”.

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