ANALISI DEL VOTO: REGIONALI IN LIGURIA di Bruno Vitali


'}}

Articolo scritto il

11 Dicembre 2024


Categoria dell'articolo:


Questo articolo contiene i seguenti tag:

Un mese fa il voto in Liguria. Su 1.348.601 elettori ha votato solo il 46% (il 7,4% in meno del 2020) per designare 30 consiglieri su 570 candidati.

Io sono cresciuto in un tempo in cui al voto ci andava oltre l’80% delle persone e la società forse non era migliore ma era più generosa, meno instabile e insicura. La politica era discussione e confronto tra modelli sociali differenti mentre oggi offre, perlopiù, slogan e corte visioni su una società frammentata. Inoltre, come appare dai rieletti al parlamentino ligure, è refrattaria alla disonestà politica in quanto i “noccioli duri” votano ideologicamente.

Il centrodestra qui ha prevalso con 8.400 voti di differenza. La sera dei risultati sembrava di essere al MotoGP con i contendenti che si sorpassavano di continuo fino al traguardo. Rispetto al 2020 il centrodestra ha perso 63 mila voti mentre il centrosinistra ne ha guadagnati 40 mila; eppure ne è uscito sconfitto. Quattro anni fa la coalizione di centrosinistra che faceva capo a Ferruccio Sansa subì una debacle mentre oggi è in robusta ripresa ma non è bastato.

L’astensionismo delle periferie e delle aree disagiate ha pesato. Nella sola provincia di Imperia, decisiva per la vittoria del centrodestra, l’affluenza ai seggi si è fermata al 38%. Forse le conseguenze delle alluvioni hanno tenuto lontane migliaia di persone ma ciò non basta a spiegare la realtà delle cose. C’è un vissuto ligure allergico alle storiche governance di sinistra e rimanda sugli scranni gli stessi soggetti che hanno lavorato coi coinvolti nell’inchiesta della magistratura.

Per Demos le cose non sono andate bene a differenza dei risultati di due anni fa a Genova, dove avevamo eletto un consigliere al Comune ed una consigliera in un municipio. Ora si è aperta una fase di riflessione centrata su militanza, risorse e capacità d’aggregazione; elementi scarsi da noi ma imprescindibili per una adeguata soggettività politica.

Certo non manca a Demos la capacità d’analisi ed elaborazione che derivano dall’essere in presa diretta con il vivere sociale; tuttavia è insufficiente se manca il resto. Ci stiamo inoltre interrogando sulla necessità di allargare l’agire politico tramite alleanze così da recuperare parte dei deficit e candidarci a maggiori consensi. Questo anche in vista delle elezioni al comune di Genova da qui a sei mesi.

Il rischio, altrimenti, è di agire in una sorta di agenzia di reclutamento di personale politico da candidare in liste altrui, senza poter esercitare pienamente i nostri obiettivi politici. Cosa dignitosa e buona ma altra dalla nostra visione di politica al servizio del bene comune.

Bruno Vitali

Segretario Demos Liguria

Novembre 2024