Aumentano le persone scomparse: nel Lazio nasce un osservatorio per ritrovarle
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23 Gennaio 2020
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Il capogruppo DEMOS alla Regione Lazio, Paolo Ciani, ha depositato un emendamento al disegno di legge collegato alla Finanziaria regionale per attivare un Osservatorio permanente sulle persone scomparse del Lazio. La decisione è stata presa a causa dell'aumentare di questo fenomeno drammatico, soprattutto nel Lazio, al terzo posto per denunce dopo Sicilia e Lombardia. Compito dell'Osservatorio sarà quello di promuovere azioni per agevolare la ricerca e il monitoraggio delle persone scomparse, attivare interventi di assistenza materiale e psicologica per le famiglie, promuovere iniziative formative, informative e culturali sul fenomeno. L'impegno vedrà coinvolti un gran numero di soggetti: forze dell'ordine, procure della Repubblica, istituti di medicina legale e associazioni. Saranno poi istituiti collaborazioni e accordi con i soggetti già operanti nel settore. Una vera e propria task force per aiutare a ritrovare e a identificare le persone scomparse.
L'Osservatorio regionale lavorerà insieme al Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse. Si tratta di un fenomeno drammatico che coinvolge molti soggetti in situazioni di fragilità e anche un'alta percentuale di minori, che non sempre si allontanano volontariamente. Le casistiche sono molto diverse tra loro e riguardano le situazioni più svariate, ognuna da affrontare in modo diverso. Si tratta di persone affette da patologie come l'Alzheimer e il Parkinson, minori sottratti ai genitori e portati in altri paesi, cadaveri non identificati negli obitori, minori stranieri non accompagnati e migranti dispersi in mare. A fronte di una maggiore percentuale di persone ritrovate (Demos parla del 10%), aumentano però i casi di persone scomparse. E questo problema necessità di essere affrontato: l'Osservatorio regionale vuole essere una soluzione per arginare il fenomeno e aiutare le ricerche.
"Il fenomeno delle persone scomparse è stato per molto tempo sottovalutato se non addirittura ignorato, sia per ragioni sociali, sia per la difficoltà delle istituzioni e delle forze dell'ordine chiamate a fronteggiare un fenomeno non riconducibile ad un unico aspetto investigativo – spiega Paolo Ciani – Per questa ragione, evitando il sensazionalismo ma anche l'oblio, vogliamo che la nostra regione si doti dei migliori strumenti per affrontare il fenomeno".