Camera | Ciani e Funari, Cohousing: nuovi approcci all’abitare
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28 Ottobre 2024
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«Tra cohousing, comunità alloggio e case di riposo raggiungiamo un totale di 240 posti letto. Con il Pnrr o altri investimenti proveremo a raddoppiarli per la fine di questo mandato, entro tre anni». Ad annunciarlo è Barbara Funari, assessora capitolina alle Politiche sociali, nel corso dell'incontro «Nuovi approcci all'abitare: il cohousing», organizzato nel pomeriggio di mercoledì 23 ottobre nella sede Fb & associati in piazza Cardelli, insieme all'onorevole Paolo Ciani e all'architetto Sandro Polci. «Continueremo ad aprire case e istituzioni più grandi – prosegue Funari – perché è attraverso la casa che noi crediamo che oggi gli anziani possano vivere nel modo migliore possibile a Roma».
Durante il dibattito l'assessora ha ricordato i cohousing realizzati dal Campidoglio all'interno di appartamenti confiscati alla criminalità organizzata, contestando la mancanza di iniziativa da parte dei legislatori per implementare questi modelli nuovi e alternativi rispetto alle tradizionali Rsa. «Contemporaneamente – aggiunge ancora Funari – noi ci troviamo con un impegno del bilancio comunale che copre la compartecipazione sociale, quindi la spesa relativamente al vitto e alloggio delle persone che sono ricoverate in Rsa ma che non hanno la possibilità di pagare la retta».
Si tratta di «12 milioni di euro all'anno con una compartecipazione della Regione di altri 13 milioni di euro circa, quindi 25 milioni di euro solo per la spesa che riguarda la compartecipazione per un totale dato abbastanza recente di 2254 utenti ricoverati. Questo significa che noi da bilancio spendiamo 11.500 mila euro ad anziano circa l'anno solo per la parte di compartecipazione, poi c'è la spesa sanitaria che paga la Regione direttamente alle strutture, in una normativa che non ci dà margine per lavorare sul welfare». In sintesi: gli anziani che attualmente vivono nelle Rsa e che costano a Roma 12 milioni di euro all'anno potrebbero vivere meglio in soluzioni alloggiative diverse.
In questo ambito è stata citata la legge delega 33, anche chiamata «Decreto anziani», che ha previsto per la prima volta in Italia la costruzione di un sistema di welfare che si occupa della non autosufficienza degli anziani. «È un'ulteriore occasione per rimettere al centro del dibattito culturale le politiche per gli anziani. Noi, come comune, vorremmo dare gambe, cuore e testa anche ai servizi che prevede la legge delega, dall'invecchiamento attivo al cohousing, così come sono posti nel decreto attuativo».
Sulla mancanza di azioni per il benessere degli anziani nel Paese, si è espresso anche Ciani, che fa parte dell'intergruppo parlamentare sull'invecchiamento attivo: «Nel mondo demografico italiano sono aumentati gli ultracinquantenni e la vita si è allungata molto. Sappiamo anche che per una serie di motivi e di trasformazioni della nostra società sono molto aumentate la solitudine e le famiglie mononucleari. Questo fa sì che anche il tema dell'abitare ha subìto delle trasformazioni di fronte alle quali siamo largamente in ritardo».
Da La Capitale