Ciani (Demos): L’azzardopatia non è un gioco

29 Aprile 2021

Ciani (Demos): L’azzardopatia non è un gioco

Regione Lazio – “Chiaramente sono preoccupato per le conseguenze economiche e sul lavoro che la pandemia ha avuto nella città di Roma e nella Regione tutta: in ogni campo e tra questi quello dei concessionari dei giochi pubblici. Ma prendere come pretesto la crisi economica che tutta la società sta vivendo per attaccare una legge e affermare che regalerà 48 milioni alle mafie, lo trovo molto grave.” Così Paolo Ciani, capogruppo Demos alla Pisana e candidato sindaco per le primarie di centrosinistra a Roma commenta le parole di Geronimo Cardia Presidente dell’Associazione concessionari di giochi pubblici (Acadi), pronunciate a margine dell’incontro di qualche giorno fa sull'”Analisi dell’impatto sociale del settore del Gioco Pubblico nella Regione Lazio.

“Non è affatto così: la legge, così come modificata nel 2018, – spiega il Capogruppo – sancisce il principio secondo cui è ‘vietata l’apertura di nuove sale gioco che siano ubicate ad un raggio inferiore a cinquecento metri da aree sensibili, quali istituti scolastici di qualsiasi grado, centri giovanili o altri istituti frequentati principalmente dai giovani, centri anziani, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio assistenziale o luoghi di culto’.

Tra l’altro, ci tengo a specificare che l’entrata in vigore è stata più volte posticipata e che anche a causa dell’attuale crisi, stiamo studiando misure volte a sostenere le attività maggiormente impattate dalla normativa. Ma questo non può farci dimenticare il dramma dell’azzardopatia. Nel Lazio ci sono oltre 6.500 esercizi del comparto Awp-Vlt (dove sono presenti le c.d. slot machine) distribuiti in tutto il territorio, maggiormente ubicati nelle zone abitate (senza pensare al gioco online) che potrebbero rappresentare un fattore di rischio per quella fascia di popolazione che soffre di disturbo da gioco d’azzardo.

È evidente che la misura del ‘distanziometro’ è il primo passo concreto verso un percorso che intende promuove una più ampia protezione dalla dipendenza dal gioco, ma è necessario nell’ottica di moltiplicare gli sforzi per far emergere il fenomeno e avviare percorsi di prevenzione, accompagnamento e cura”.

“Siamo consapevoli – conclude Ciani –  che tale sforzo debba riguardare soprattutto il gioco ‘illegale’, ma semplificare dicendo che la rimozione delle slot in alcuni luoghi che non rispettano i requisiti richiesti significhi regalare al gioco illegale parte del mercato sminuisce il ruolo istituzionale della Regione che ha invece a cuore la salute dei propri cittadini“.