Combattenti «invisibili», il Lazio prova a dare una legge ai caregiver familiari
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14 Agosto 2020
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di Alessia Guerrieri su Avvenire
PRESENTATA LA PROPOSTA DEL CONSIGLIERE REGIONALE PAOLO CIANI
Li si incontra mentre fanno passeggiare figli disabili o anziani fragili, accudendoli con amorevole gratuità. Ma molti non li si vede neppure, chiusi in casa a prendersi cura di familiari più gravi tra le mille difficoltà che il lockdown ha amplificato. È per dare un riconoscimento alla figura del caregiver familiare e offrire un sostegno concreto a questi pilastri del welfare che arriva il testo di legge regionale presentato dal capogruppo di Demos alla Regione Lazio Paolo Ciani, che ha tra i firmatari anche Sara Battisti (Pd).
La proposta si basa essenzialmente su tre punti chiave: riconoscere, valorizzare e sostenere. Il caregiver familiare, infatti, non ha riconoscimento normativo né a livello europeo né nazionale (sono all’esame del Parlamento alcune proposte di legge), e a livello territoriale solo l’Emilia Romagna e la Campania hanno legiferato in merito. Eppure, ricorda Ciani, «nel nostro Paese i caregiver familiari sono oltre 7 milioni, 100 milioni in Europa e nel Lazio circa 750mila. Non è più possibile far finta che non esistano, non riconoscere il ruolo che svolgono all’interno delle famiglie e la valenza importantissima all’interno della società».
Così nella proposta di legge viene previsto che la Regione sostenga i caregiver familiari con aiuti economici diretti (come bonus badanti o bonus per altri servizi), favorisca intese con le compagnie assicurative per la copertura degli infortuni e della responsabilità civile, promuova accordi con le associazioni datoriali per conciliare vi- ta lavorativa con le esigenze di cura (7 caregiver su 10 sono donne, spesso costrette ad abbandonare il lavoro). Inoltre, viene previsto che Comuni e Asl assicurino la formazione specifica e l’affiancamento nell’accesso ai servizi necessari alla persona accudita e supporto per evitare il rischio di burnout .
Come pure il «sollievo di emergenza e di tipo programmato», per assicurare il riposo necessario a chi si occupa di un familiare non autosufficiente.
«La pandemia ha avuto effetti particolarmente pesanti sulle famiglie dove sono presenti persone fragili», spiega Ciani. Con questa legge, prosegue l’esponente di Demos, «abbiamo provato a definire innanzitutto questa figura, misconosciuta, tentando di valorizzarla all’interno di un quadro socio-sanitario». Oggi nel piano assistenziale individualizzato il caregiver non è una figura presa in considerazione, «non ha un ruolo attivo», sottolinea Ciani, mentre rappresenta «la continuità nella cura»; per questo viene stabilita «la libera scelta nel rapporto con servizi sanitari e sulle cure». Il momento che stiamo vivendo, con il ripensamento della sanità e della presa in carico – conclude, augurandosi che la proposta di legge venga calendarizzata alla Pisana prima della fine dell’anno – «potrebbe aiutarci nell’investire su questo tema verso modelli di cura delle persone fragili più umani e sostenibili. Sono convinto che si possa trovare ampia convergenza con le altre forze politiche su questo».