Demos Piemonte. Bozza progettuale di una scuola possibile


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22 Febbraio 2021


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DAI TERRITORI, NEWS


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Grazia Baroni a partire dalla sua pluridecennale esperienza di docente, da attente riflessioni e dal confronto con altri esperti del mondo della scuola, ha prodotto un ampio e articolato progetto per il futuro della scuola, che DemoS Piemonte è lieto di ospitare sul suo sito.

L’analisi si articola su quattro punti, a ciascuno dei quali è dedicata una riflessione.

1. Una definizione di come dovrebbe essere la scuola per rispondere alle esigenze dei nuovi giovani

La crisi climatica e la pandemia del Covid19 richiedono per superarle una nuova forma di civiltà che senza rinunciare ai valori democratici e sociali acquisiti, sia più rispettosa dell’ambiente e metta le basi per superare le disuguaglianze sociali che questa crisi pandemica ha messo in evidenza approfondendole e moltiplicandole.

Questo cambiamento di comportamento, sempre più necessario, non avviene automaticamente, ha bisogno di tempo e di formazione per acquisire i nuovi concetti che diano forma e contenuti omogenei al modello della nuova società civile in cui si desidererebbe vivere insieme a tutti.

Con la rivoluzione prodotta dall’informatica che ha modificato i concetti di spazio e di tempo, parametri in cui la persona si definisce e si riconosce, è necessario trasformare i contorni delle istituzioni che definiscono la democrazia, a partire dalla scuola, perché riguarda i giovani che naturalmente si adeguano immediatamente alla nuova realtà, però senza la consapevolezza necessaria a coglierne la qualità e le potenzialità, perché non ne conoscono il processo di realizzazione.

Affinché la società diventi più rispettosa dell’ambiente e dei singoli cittadini, la prima cosa in cui investire è la scuola per ridurre la piaga dell’analfabetismo e quella dell’abbandono scolastico, in drammatica ascesa, che la pandemia sta aggravando sempre più.

La scuola del prossimo futuro dovrebbe rappresentare il punto di riferimento della costruzione di una nuova socialità e della comunità cittadina e quindi essere sempre aperta a tutta la cittadinanza (oltre l’orario scolastico) e diventare un polo culturale integrato nella vita dei cittadini.

La nuova scuola dovrebbe essere orientata alla formazione della persona, della sua creatività, della sua capacità di pensiero critico e alla consapevolezza di essere un cittadino responsabile.

Si propone una scuola quindi come istituzione preposta a fornire alle nuove generazioni tutti gli elementi che descrivono e qualificano il processo evolutivo della maturazione delle società fino ad oggi, in modo tale che i giovani possano conoscere, comprendere e poi, se vogliono, possedere tutto il processo della conoscenza che sottostà alla realtà attuale e in questo modo riconoscerne il valore storico e personale.

La scuola del nuovo millennio informatizzato e quindi interconnesso nel tempo e nello spazio,dovrà ridefinire la propria finalità istituzionale diventando la struttura che permetta il passaggio del livello di civiltà raggiunto dalle generazioni precedenti che l’hanno vissuta e costruita, consapevolmente o meno, alle nuove generazioni attraverso tutti i linguaggi che ne possano descrivere la complessità: dalla lingua alle scienze, dalle arti alla storia, dalla matematica alla filosofia, dalle tecnologie alle attività manuali, dalla cultura dell’ambiente alla lavorazione della terra.

Dovrà essere perciò ridefinita la finalità istituzionale a partire dalla denominazione. Si propone: Ministero dell’Educazione della Formazione della Ricerca, Pubblica e Democratica.

Ministero dell’Educazione della persona e del cittadino, della Formazione, per essere in grado di esprimere nelle varie forme, la propria creatività e della Ricerca, perché senza prospettiva non c’é la persona e non si può costruire la civiltà, Pubblica e Democratica, perché questo è il livello qualitativo già raggiunto dall’umanità.

La scuola come servizio sul territorio dovrà avere come finalità l’educazione dei giovani alla cittadinanza democratica e quindi dovrà renderli consapevoli della propria originalità perché è ciò che possono condividere e mettere a disposizione per partecipare allo sviluppo della società in cui vivono. Per far questo la scuola dovrà essere lo strumento per qualificare la storia delle arti e dei mestieri e del paesaggio di ciascun territorio, come risorsa principale perché la sua funzione pubblica sia svolta in maniera efficace.

Per fare questo la struttura su cui si organizza l’istituzione scolastica di educazione formazione e ricerca, è il corpo insegnanti che ha come finalità quella di trasmettere il livello di qualità sociale raggiunto e di suscitare curiosità e desiderio di sapere nei giovani, consci del fatto che solo se si prova gusto nel conoscere si impara e che solo nel piacere della comunicazione di se’ si esercita e si sviluppa la creatività.

2. La struttura pedagogica della scuola

La qualità pedagogica del modello scolastico si svilupperà sostenendo e adeguandosi nelle forme e nei linguaggi, alla crescita del singolo, dall’infanzia all’adolescenza, alla gioventù, alla maturità, sapendo che l’essere umano è una realtà complessa che cresce in tutta la sua realtà e non in maniera lineare e meccanicistica.

Questa concezione della natura complessa degli allievi è molto importante renderla esplicita a partire dagli insegnanti, come condizione alla base dell’organizzazione dell’intera struttura scolastica, specifico servizio per l’educazione della persona e del cittadino. L’Istituzione scolastica la cui specificità è pedagogica ha come finalità quella di far esprimere e sviluppare l’originale punto di vista culturale, esistenziale e creativo, che ogni persona incarna come potenzialità, fin dalla nascita.

Questo significa tenere presente che la natura umana si caratterizza per essere contemporaneamente una realtà comune a tutti gli individui che però sono per definizione di specie unici e irripetibili, perciò è necessario rispettarne sia la dimensione comune che quella individuale nella strutturazione dell’offerta del servizio. La suddivisione per classi di età corrisponde a questa condizione, comunque deve seguire la reale complessità della realtà in cui si vive, perciò non deve essere rigida, ma mantenersi come un elemento necessario di confronto e di relazione.

Vuol dire che la forma complessiva della struttura che accoglie i ragazzi dall’infanzia alla maturità, non può essere lineare ma a spirale evolutiva che via via comprenderà gli strumenti di apprendimento, che l’essere umano mette in atto dalla nascita in avanti che conserveranno quindi la loro realtà complessa e mai meccanicistica e deterministica.

Perciò la didattica deve tener conto che i bambini all’inizio della loro crescita imparano gradualmente prima per tentativi, poi anche per emulazione, poi aiutandosi con la memoria e la ripetizione. Poi via via con metodi di logica, di metafora, di immagini e poi per concetti sempre più complessi e profondi, dove non è più sufficiente un unico linguaggio, un unico metodo per descrivere e far capire la complessità della conoscenza. L’apprendimento è sempre complessivo, attraverso tutto il corpo, quindi attraverso i cinque sensi.

Perciò la struttura deve sostenere e adeguarsi a questa realtà, che nel tempo si potrà velocizzare ma non farà mai salti; il processo dovrà essere svolto sempre per intero per consentire la consapevolezza di se’ e quindi l’esercizio della creatività personale in maniera consapevole e finalizzata.

Per questo è necessario che il docente abbia chiara qual è la sua personale originalità, attraverso cui conosce e gusta la propria disciplina e abbia chiaro quali sono gli elementi essenziali della propria disciplina, comunemente riconosciuti come necessari, per lo sviluppo della persona e per la costruzione della civiltà umana.

In questo modo il discente può riconoscersi appartenente alla storia umana e saprà acquisire gli strumenti per collocarsi nella propria attualità, perché saprà leggere il contesto in cui vive e potrà qualificare la prospettiva in cui vorrà e potrà vivere e condividere la propria esistenza nel modo in cui crede più piacevole e appagante per se stesso.

3. Lo specifico professionale dell’insegnante

La capacità di ascolto e la capacità di riconoscere la qualità singolare dell’allievo, costituiscono la qualità professionale del docente.

Va da se’ che il docente dovrà avere un atteggiamento positivo rispetto al proprio ruolo, cioè la fiducia a priori nella capacità di apprendere dell’allievo.

Questo atteggiamento è l’elemento qualitativo della professione insegnante che lo pone nella disposizione di verificare costantemente il proprio linguaggio, il metodo e gli strumenti che utilizza per trasmettere la propria disciplina perciò curioso rispetto alle novità didattiche e disponibile a mettersi in gioco per migliorare la propria qualità professionale.

Se l’ascolto dell’altro è lo strumento pedagogico fondamentale ed è anche il metodo su cui si basa l’efficacia della trasmissione del sapere, si dovranno mettere in atto gli strumenti didattici perché il singolo allievo e la classe nel suo complesso possano avere l’occasione di esprimersi nella propria singolarità e inoltre si possano confrontare le diversità di ciascuno pur sempre in una omogeneità di conoscenza e comprensione.

L’insegnante poi avrà cura di esplicitare queste differenze qualificandole, perché attraverso l’insieme dei diversi punti di vista, si possa riconoscere e acquisire la complessità di ogni situazione: che sia un concetto o un avvenimento.

Saper ascoltare è anche la capacità che permette di costruire una buona cittadinanza democratica, perché sa accogliere l’altro non come ostacolo, ma come una possibile risorsa per una migliore convivenza.

4. Distinguere e riconoscere gli strumenti didattici per rendere più efficace la qualità pedagogica dei diversi linguaggi

Distinguere gli strumenti didattici per l’apprendimento, dalle qualità pedagogiche della disciplina, serve a armonizzare la trasmissione della conoscenza, alla realtà del discente.

Le prime discipline sono la lingua, perché ti permette di conoscerti e quindi di rivelarti per metterti in comunicazione con gli altri. La parola in maniera intersoggettiva, poi la scrittura per metterti in comunicazione con tutti, la lettura per conoscere, per sviluppare la fantasia e l’immaginario perché ti mette in relazione con tutto ciò che non tocchi e non vedi, ti fa sperimentare la qualità trascendentale dell’essere umano, e valorizza la storia.

Poi l’essere umano come misura di tutte le cose, quindi la matematica, il numero come simbolo prima di quantità e poi di qualità. La matematica come ordine in cui riconoscere le cose e metterle al loro posto a seconda del loro scopo e funzione, quindi la geometria, che è la disciplina che ti dà la consapevolezza di come l’uomo conosce il mondo dando e creando forme che poi nomina dando loro senso, in questo modo le può usare per qualsiasi scopo. Con la geometria si definisce il concetto di spazio.

La storia perché spiega come l’uomo ha conquistato la libertà sia personale che comune; quindi la storia come processo evolutivo della sperimentazione delle qualità umane, fino a definire il concetto di persona e di comunità nel tempo.

Le scienze: la chimica, la fisica, la biologia che permettono di conoscere e scoprire la profondità sia degli esseri viventi che della fisicità di tutta la realtà di cui siamo partecipi.

Educazione fisica Musica e Arte ti fanno sperimentare la complessità dell’essere umano e il valore della fisicità e le varie forme di comunicazione che la parola non soddisfa del tutto.

Poi le altre lingue che descrivono altre civiltà con cui entrare in relazione.

Man mano questo procedere si complessifica sempre di più e si approfondisce, per cui ci si avvicina sempre più al momento attuale di complessità fino ad arrivare al momento presente, quando la singola persona, se vuole, può trasformare la propria potenzialità creativa in un progetto con cui partecipare alla costruzione della nuova storia.

Con le limitazioni forzate dovute alla pandemia, la didattica a distanza ha dimostrato tutti i suoi limiti, ma gli strumenti che ha messo in gioco hanno mostrato la potenzialità della tecnologia, che però va rimodulata adattandola alla nuova pedagogia e alla nuova forma educativa. La chiusura forzata ha messo in evidenza l’insufficienza degli attuali luoghi della formazione; gli strumenti tecnologici possono essere utili alla creazione di nuovi tempi e nuovi spazi.

Gli spazi come biblioteche, musei, parchi devono entrare a far parte della formazione del cittadino: la scuola deve cambiare forma, in una rete con percorsi di andata e ritorno tra scuola e territorio utilizzando tutti quegli spazi e quelle occasioni che formano cultura e esprimono la creatività della persona. I giovani hanno bisogno non solo di conoscere, ma anche di sperimentare, al di fuori dell’ambito restrittivo del rapporto scuola/lavoro, perché la finalità della scuola è di rendere la persona consapevole di chi è e cosa vuole; se poi permette di conoscere il territorio e le possibilità che offre, il giovane saprà approfittarne per concretizzare la sua creatività, in un apporto di mutuo scambio tra individuo e società. E’ un sistema nuovo, da inventare, e per renderlo possibile è necessario formare a questa nuova visione – questo nuovo modo di concepire la relazione dell’uomo con gli altri e con la storia – l’intero corpo insegnanti.

La formazione del corpo insegnanti è assolutamente prioritaria: per effettuare il cambiamento di finalità della scuola è indispensabile che i docenti capiscano il progetto, che lo possano condividere e anche migliorare, partecipando con la loro professionalità alla realizzazione di questo rinnovamento. A questo proposito si propone il corso “Dare speranza al futuro” di Angela Volpini che è stato pensato per creare una nuova visione dell’Uomo, della Comunità e del Mondo.

Questo corso fornisce un nuovo linguaggio antropologico, adatto alle nuove sfide che il terzo millennio sottopone alla nostra civiltà. E’ adatto a essere un corso professionale per insegnanti e formatori rendendoli capaci di rilanciare e rivalutare una scuola che raccolga l’esperienza formativa e pedagogica di 25 secoli, finalizzata a educare i giovani alla conoscenza della storia che li precede, alla conoscenza di se’ e all’esercizio di esprimere la propria capacità critica e propositiva in piena autonomia.

Un esempio di come può essere utilizzato il corso “Dare speranza al futuro” per le diverse discipline è il corso ”Una lezione di Arte: linguaggio della creatività della storia” di Grazia Baroni 2 Questo corso è stato pensato per offrire ai docenti la consapevolezza del fatto che gli allievi necessitano non solo di tutti gli strumenti della tradizione, ma anche della specificità originale dei docenti, perché deve fornire ai ragazzi la consapevolezza della loro natura creativa e il metodo più efficace è dare l’esempio. Ripetere modelli non porta allo sviluppo. Annoia.

Sarebbe utile frequentare il corso per i concetti fondamentali che porta, soprattutto perché aiuta gli insegnanti a definire la specificità pedagogica e cognitiva della loro disciplina: cioè li aiuta a esplicitare a cosa serva e in che modo faccia crescere la consapevolezza del valore della persona e della società.

Il corso di storia dell’arte è proposto ad esempio di come si possa offrire la tradizione e la storia come visione originale.

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