Giro: è il momento che i cattolici stiano in politica
15 Marzo 2023
Giro: è il momento che i cattolici stiano in politica
“Nel mondo cattolico si parla sempre di pre-politica. Noi diciamo che è passato il tempo di prepararci: bisogna trovare il modo di starci. Noi ci stiamo provando ma non siamo sufficienti”. Mario Giro, presidente di Democrazia Solidale, esponente storico della Comunità di Sant'Egidio ed ex-viceministro degli Esteri nei governi Renzi e Gentiloni, torna sul sondaggio diffuso ieri da Quorum/YouTrend per Sky tg24, secondo il quale un italiano su quattro vorrebbe un partito cattolico forte. Un risultato che è stato accolto positivamente ed è sfociato in un ragionamento politico che si può sintetizzare in un appello a tutti i partiti dello scenario italiano, che hanno a cuore i valori cattolici, di rimettere questi al centro della propria azione. “Più che riunire i cattolici - spiega Giro all'AGI - è necessario un partito che esprima i valori cattolici, che sono la solidarietà, la ragionevolezza, il partire dalla persona e dagli ultimi. Quel sondaggio - prosegue Giro – a mio avviso dice che c'è bisogno è un partito più basato sui valori. Gli altri sono troppo legati alla contingenza del momento e si dimenticano dei valori secondo l'opportunità del momento. Mi sembra che in certi momenti ci sia da riaffermare valori identitari italiani, legati alla nostra storia, di cui si sente il bisogno”. Una vicenda simbolica di questo è chiaramente quella della strage di migranti sulle riva calabresi: “Mi ha colpito la reazione dei cittadini di Cutro – osserva Giro - che votano per la maggior parte a destra ma erano estremamente indignati per quello che è successo, per i bambini lasciati morire con le loro mamme. Qui non c'è destra o sinistra che tenga, non va bene e basta”. Quanto alla strategie per arrivare all'obiettivo della centralità dei valori cattolici, Giro non nega che la formazione di cui fa parte è troppa piccola per poter fare da traino, lanciando però una frecciata agli alleati dem: “Sono contrario all'idea che un partito sia autosufficiente, anche se grande, ed è soprattutto il difetto del Pd, perché la destra ha dimostrato di avere più spirito coalizionale, invece il Pd ha questo riflesso di andare per conto suo e gli alleati sono un'appendice secondaria. Serve più spirito coalizionale, i partiti autosufficienti sono una malattia della politica italiana. Noi però siamo troppo piccoli, lo sappiamo – sottolinea - ma non è più il tempo di abbassare la guardia sui valori. Bisogna vedere se ci sono altri che sono interessati. Per adesso – conclude - c'è abbastanza silenzio, abbiamo reagito solo noi”.