Il cattivismo è un disvalore. Ripartiamo dai fondamenti


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6 Luglio 2018


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di Paolo Ciani

Seguo da tempo per il mio impegno civile e sociale il dibattito scatenatosi in questi anni in Italia su "buonismo" e "cattivismo", che ha avuto un'ulteriore tappa nell'intervista che il Sindaco di Firenze ha rilasciato il 4 luglio al Corriere. Da 4 mesi sono Consigliere Regionale del Lazio, Capogruppo di una lista e movimento politico che abbiamo voluto chiamare Centro Solidale e che ha contribuito alla vittoria "controcorrente" del Presidente Zingaretti alle elezioni del 4 marzo.

Sono stato educato e formato in ambito familiare e associativo (cristiano) al valore dell'essere "buono", altruista, generoso. Mia nonna, testaccina verace, come tante nonne romane, mi diceva: "essi bono, bello di nonna".

Da più grande ho imparato dal Vangelo e dalla storia e dalla cultura, il valore e il senso della fraternità, della solidarietà, dell'altruismo, della pace, della comunità, dell'onestà, del vivere insieme tra diversi... E mai e poi mai ho pensato che questi fondamenti fossero in contrasto con la "sicurezza". Anzi, è la violenza, lo spirito di sopraffazione, l'odio, la disonestà a mettere in discussione la "sicurezza".

E la "sicurezza" è anche un problema di cultura e di educazione (oltre che un normale controllo del rispetto delle regole comuni). E soprattutto la sicurezza non è mai vendetta o ritorsione (che abbiamo tragicamente conosciuto nella nostra storia contemporanea).

Per questo mi preoccupa - e mi scandalizza - un sindaco che si fa fotografare davanti alle ruspe che distruggono una baracca (lo ha fatto in passato anche il sindaco Alemanno), e che continua a sdoganare il "cattivismo di sinistra", come se non bastasse già quello imperante al governo.

Perché il "cattivismo" in questi anni ha eroso le nostre coscienze, ha imbarbarito la società, ci ha reso più volgari, più violenti, ha presentato l'egoismo come un valore.

E siamo arrivati alla barbarie quotidiana: non si prova pietà – e vergogna – davanti ai corpi senza vita di 3 bambini (anzi si discetta in libertà fino a dire che è un fotomontaggio), si offende un campione di volley perché vaccina la figlia, ci si abitua alla guerra e al dolore degli altri, si aizza un cane contro un venditore ambulante e si ride nel vederlo scappare. Ma anche si continuano (e sempre più) a uccidere mogli e fidanzate tra le mura domestiche, a corrompere e ad essere corrotti, a rubare, a molestare, a bullizzare, a cercare sesso a pagamento (magari con minorenni).

Perché l'insicurezza non è solo quella che ci provocano "gli altri" (da cui è facile andare con ruspa e telecamere), ma anche quella che ci provocano "i nostri" (con cui spesso si è molto più indulgenti e comprensivi).

Usciamo dal grande inganno: il "cattivismo" peggiora tutta la società, è un disvalore e per questo non solo non va "allisciato" e rincorso, ma ricusato con chiarezza.

Torniamo ai fondamenti su cui il centrosinistra può e deve ricostruire sé stesso, l'Italia e l'Europa: uguaglianza, diritti (collettivi e non solo individuali), fraternità, mutua solidarietà, altruismo. Tanti ancora credono in questi ideali e sono smarriti e affranti dinanzi al vuoto dei nostri giorni (ne ho avuto nuova e ulteriore prova parlando a lungo con tanti).

Recentemente ho consegnato una targa della Regione a una signora centenaria "Giusta tra le nazioni" per aver salvato durante la Seconda guerra mondiale dei concittadini ebrei. Mi ha detto con disarmante chiarezza e semplicità: "Ho fatto quello che mi avevano insegnato a casa e al catechismo, che bisogna 'aiutà chi è in difficoltà'".

Le regole, le leggi, le abbiamo; rispettiamole e facciamole rispettare. E ricordiamoci che da che mondo è mondo, le rispettano più i buoni dei cattivi.

Fonte: https://www.huffingtonpost.it/paolo-ciani/il-cattivismo-e-un-disvalore-ripartiamo-dai-fondamenti_a_23476266/