Novara, anche i poveri hanno diritto all’unità della famiglia

COMUNICATI STAMPA

3 Agosto 2023

Novara, anche i poveri hanno diritto all’unità della famiglia

Apprendiamo dai giornali che la soluzione trovata dal Comune di Novara per le famiglie ancora ospiti dell’ex-Villaggio Tav è quella di ospitare le donne e i bambini in situazione di cohousing mentre gli uomini dovranno andare al dormitorio. Tale soluzione – già paventata e già purtroppo utilizzata in altri casi – ha creato e crea grossi problemi soprattutto ai minori che si vedono privati della figura paterna con gravi conseguenze sulla loro crescita e sul loro benessere psicologico.

Stupisce che dirigenti, funzionari dei servizi sociali, stimati professionisti, accettino tale soluzione che è contraria a tutti i principi del servizio sociale oltre che al buon senso. Si tratta di un intervento punitivo, ingiustificato che difficilmente troverò il consenso degli interessati.

Ci sembra poi scandaloso e molto grave che i partiti che compongono l’attuale maggioranza consiliare e che dicono di voler salvaguardare l’istituto famigliare e promuoverne il benessere accettino tale soluzione. Forse il diritto all’unità del nucleo familiare vale solo per le famiglie ricche o comunque benestanti? I poveri non hanno diritto ugualmente ad avere una famiglia unita, una casa, o un luogo dove poter essere famiglia e vivere insieme?

Giova ricordare l’articolo 3 della nostra bella costituzione “ Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Ci sembra che qui gli ostacoli anziché essere rimossi vengono costruiti.

Non si considerano poi i costi sociali e umani di una tale soluzione? Per non parlare dei costi economici. Sapete quanto costa mantenere donne e bambini in una struttura? Migliaia di euro. Le risorse impegnate potrebbero essere destinate a trovare altre soluzioni più umane e che aiutino veramente le famiglie a trovare una via di riscatto e di autonomia.

Esistono già anche in città buone pratiche messe in atto da realtà del volontariato che hanno dato ospitalità a famiglie in situazione di emergenza abitativa, che non avevano (come quelle di cui si parla) i requisiti per un’assegnazione di un alloggio di edilizia popolare e che hanno portato ad un reinserimento sociale, abitativo e lavorativo in tempo ragionevoli.

Invitiamo tutti ad un ripensamento per trovare soluzioni umane e che rispettino la dignità delle persone.

  • Piergiacomo Baroni – Insieme Per Novara
  • Nicola Fonzo – Partito Democratico
  • Mario Iacopino – Movimento 5 Stelle
  • Francesca Ricca – Gruppo Misto

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