Quello che Democrazia Solidale-Demos può dare al ‘campo largo’ del centrosinistra
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8 Aprile 2019
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Mario Giro su Globalist.it
La nostra speranza è di potere essere «il valore aggiunto»: una presenza libera, indipendente, nuova e radicata sul territorio sia dal punto di vista locale che sociale.
Qual è la posizione di Democrazia Solidale-Demos nel cosiddetto «campo largo» che sta tratteggiando Nicola Zingaretti? La cosa essenziale è di potere essere «il valore aggiunto»: una presenza libera, indipendente, nuova e radicata sul territorio sia dal punto di vista locale che sociale. Demos non rappresenta una corrente ma un vero e proprio soggetto politico che parla con mondi con i quali il centrosinistra da tempo non riesce più a dialogare. Democrazia Solidale si rivolge ben inteso alla tradizione del solidarismo cattolico e laico che non ha gradito ciò che è avvenuto nei riguardi della politica delle migrazioni e che continua ad insistere sulla necessità per il nostro paese di avere una vera politica dell’inclusione ed integrazione. La vera sicurezza parte da questo. A tale livello sono da coinvolgere tutte le esperienze civili e sociali che da anni lavorano alla base per riconnettere il tessuto sociale spezzato, sia tra gli italiani che per chi giunge nel nostro paese.
Inoltre Demos si rivolge al civismo: quella larga esperienza locale di liste civiche che non riescono a portare a livello centrale le loro istanze. Senza inglobarle né sostituirvisi, Demos vuole esprimere una rete nazionale che ne rappresenti le richieste. Poi esistono i temi dell’ecologismo non ideologico, quello che non si limita al “sì, no” ma che cerca soluzioni pragmatiche per reagire all’emergenza ambientale sempre più preoccupante. Demos colloquia anche con i rappresentanti delle autonomie, con i sindaci dei piccoli comuni: è il luogo della vera risposta alle esigenze quotidiane dei cittadini. Autonomie e solidarietà possono andare insieme, nella più vera tradizione italiana. In questo caso Demos incontra e dialoga anche con chi ha creduto nella Lega ma oggi si sente lasciato da parte da un partito sempre più sovranista e “centralista”.
A Demos interessano le esperienze del terzo settore e delle forme di economia solidale, circolare e di comunità. In sintesi si tratta di un dialogo con tutto ciò che c’è di dinamico nella nostra società e che oggi non ha interlocutori. Riteniamo che vi sia necessità di una politica nuova che esca dalla verticalizzazione, quella che ha dato luogo alla emozionalità diffusa e irragionevole che talvolta sconfina nell’isteria collettiva.
In sintesi Demos vuole ripartire dal basso con un lavoro di “ecumenismo sociale”: non a caso la parola giusta che può spiegare meglio di qualsiasi altra l’obiettivo che ci prefiggiamo è: connessione.
Il compito che si dà oggi Democrazia Solidale all’interno del centrosinistra sarà dunque quello di valorizzare il dinamismo di base che c’è nel Paese, mettendo insieme i tanti frammenti che ha lasciato dietro di sé la crisi dei corpi intermedi allo scopo di contrastare le solitudini che portano all’odio sociale. Per tutte queste ragioni riteniamo necessario il progetto aperto di Zingaretti.
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