Regolarizzare contro le nostre cattive abitudini
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13 Maggio 2020
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Mario Giro su HuffingtonPost
Chi dice che non si può regolarizzare il lavoro nero dovrebbe rivolgersi agli italiani. Sono gli italiani (imprenditori e famiglie) che non regolarizzano e proseguono testardi questa cattiva abitudine che alla fine crea il lavoro nero.
Se poi, in tempi in cui il lavoro è divenuto merce rara, le mafie si inseriscono nel settore è un’altra storia che dovrebbe farci capire quanto le cattive abitudini sono pericolose. Ma l’italiano medio pensa ancora che non mettere in regola, non pagare le tasse, sia un peccato veniale. Invece è un peccato mortale che uccide il mercato del lavoro regolare e lo regala alla criminalità.
All’origine c’è sempre la cattiva abitudine italiana di soprassedere se non ti danno la ricevuta, di far finta di niente se non ti danno fattura ecc. Sono gli italiani che cedono al continuo ricatto di chi vuol eludere. Poi non ci meravigliamo se lo Stato non riceve tutto ciò che dovrebbe.
Non si venga a dire che ciò dipende dal fatto che le tasse sono troppo alte, come dice da sempre la destra. E’ esattamente il contrario. La cattiva abitudine c’è da prima, anche quando le tasse erano più basse. Aumentano continuamente perché non tutti le pagano. Facciamo all’inverso e vedrete che si possono abbassare.
Quindi dipende da noi. Non sono certo gli irregolari dell’agricoltura, le badanti o le colf a non voler un contratto: siamo noi che non vogliamo darglielo. Non si tratta soltanto di imprenditori ma di tante famiglie…cioè di cittadini ordinari. Sarebbe ora di regolarizzare tutti per dare un contratto ad ogni lavoratore. Questo riguarda anche tantissimi italiani che stanno nel sommerso. Oggi abbiamo un’occasione d’oro: uscire dal nero e non rientrarci mai più. Ma le resistenze sembrano dire che non si vogliono abbandonare le cattive abitudini...e allora sarà peggio per tutti.