Sicilia | Il comitato promotore scalda i motori, prima riunione in Sicilia: Demos ci sarà
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10 Luglio 2024
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Per fare in modo che si possa arrivare alla consultazione popolare si dovranno raccogliere almeno 500 mila firme entro il 30 settembre. Partiti di sinistra, centro, sindacati a mondo dell'associazionismo si danno appuntamento a Palermo nella sede della Cgil. Mannino e Lionti: "E' una battaglia di tutti"
Il comitato promotore del referendum per l'abrogazione della legge sull'autonomia differenziata scalda i motori. Domani alle 12, a Palermo, nella sede della Cgil regionale (via Bernabei) si terrà la prima riunione operativa in Sicilia. A partecipare saranno i rappresentanti di Verdi, Acli, Wwf, Demos, Anpi, Pd, Psi, Legambiente, Italia Viva, Più Europa, Cgil, Uil, Movimento 5 Stelle, Sinistra Italiana, Arci, Libera, Ali Autonomie Locali, Legacoop, Uisp, Rifondazione comunista, Comunità Sant'Egidio.
Il quesito referendario è stato depositato in Corte di Cassazione venerdì scorso e il giorno successivo è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale. Per fare in modo che si possa arrivare al referendum, i promotori dovranno ora raccogliere almeno 500 mila firme entro il 30 settembre. Nel frattempo la Cassazione, tramite un apposito ufficio, ha trenta giorni per dichiarare la legittimità del quesito; dopodiché sarà la Corte Costituzionale a doverne confermare l’ammissibilità, entro il 20 gennaio 2025.
Solo allora, eventualmente, il governo e il presidente della Repubblica potranno indire il referendum, che dovrà svolgersi nel caso tra il 15 aprile e il 15 giugno del 2025. Con il deposito del quesito è stato avviato questo percorso, che sarà lungo e complesso ma che politicamente ha coagulato un fronte d'opposizione - ampio e plurale - contro la legge sull'Atutonomia differenziata che vede assieme partiti di sinistra e di centro (tranne Azione di Carlo Calenda), oltre a una fetta consistente del mondo dell'associazionismo e dei sindacati.
"Punteremo tutti insieme - scrivono in una nota Alfio Mannino e Luisella Lionti, segretari generali di Cgil e Uil Sicilia - a costruire la più ampia partecipazione dal basso. Questa infatti non è una battaglia di parte, ma è una battaglia che riguarda il futuro della Sicilia, del Mezzogiorno, delle giovani generazioni. E' una battaglia di tutti. Non ci stiamo a essere ostaggi di una politica che guarda ad altri interessi e a consolidare le proprie posizioni sulla pelle dei meridionali che rischiano di avere meno servizi, meno sanità, meno scuola, meno infrastrutture senza peraltro che il sistema Paese ne tragga vantaggi".