Taranto | Liviano, bisogna ricostruire la nostra comunità


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27 Febbraio 2025


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Da tempo sostenevamo che il Sindaco Melucci e la sua giunta fossero in evidente confusione e quindi cogliamo con soddisfazione la fine del suo mandato. E’ una liberazione per la nostra città.

Saremmo pero’ superficiali e poco accorti se pensassimo che la fine dell’era Melucci possa porre rimedio a tutti i limiti della nostra città. Evidentemente così non è. I limiti ci sono, sono strutturali e congeniti nella mentalità e nelle relazioni di questa nostra comunità e la classe politica, spesso di profilo non eccelso, non è che l’espressione della comunità.

Saremmo ugualmente superficiali e poco onesti se rinfacciassimo solo ai partiti opposti, come leggo che in molti già fanno, responsabilità, errori e limiti.

Rinfacciarsi errori, colpe e limiti credo serva a poco: tutti potrebbero raccontare a ragione responsabilità ed errori degli altri: la destra potrebbe dire al partito democratico di aver ospitato e sostenuto Melucci, la sinistra potrebbe dire alla destra di aver scelto come proprio candidato sindaco nelle scorse elezioni l’ ottimo amico Walter Musillo che è stato colui che Melucci lo ha proposto e lo ha scelto quando era segretario del Partito Democratico. Ognuno avrebbe una parte di ragione. Imbarcarsi in questo confronto sarebbe pero’ una partita sterile che nulla giova alla città. Non è di questo rinfaccio di responsabilità, che appare solo strumentale al desiderio di aumentare i propri consensi, che la città ha bisogno.

L’urgenza reale è rappresentata invece dalla necessità di costruire il futuro, ricostruendo con le persone un rapporto di fiducia che la politica va trasversalmente smarrendo in questi anni. Bisogna ricostruire la nostra comunità, restituendo alle associazioni economiche, ai sindacati, agli ordini professionali, al terzo settore, e ai cittadini valore e importanza. Va ricompattato il tessuto sociale, avendo contezza che le persone vengono sempre prima delle infrastrutture, dei progetti e dei rendering. 

Nella diversità, ma nel rispetto reciproco e nella lealtà verso la città, si svolga questa campagna elettorale,.

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«Rinfacciarsi errori, colpe e limiti credo serva a poco», Gianni Liviano, ormai ex consigliere comunale di Demos, lo dice, e lo ha ripetuto anche in tempi non sospetti, a chiare lettere. Non è il momento del “rinfaccio” al contrario adesso, più che mai, è il momento della ricostruzione.

«Tutti – aggiunge Liviano - potrebbero raccontare, a ragione, responsabilità ed errori degli altri: la destra potrebbe dire al Partito democratico di aver ospitato e sostenuto Melucci; la sinistra potrebbe dire alla destra di aver scelto come proprio candidato sindaco nelle scorse elezioni l’ottimo amico Walter Musillo che è stato colui che Melucci lo ha proposto (in occasione del primo mandato, ndc) e lo ha scelto quando era segretario del Partito democratico». E fino a qui «ognuno avrebbe una parte di ragione».

Ma imbarcarsi in un ragionamento del genere, fa presente Gianni Liviano, «sarebbe, però, una partita sterile che nulla giova alla città» perché adesso l’urgenza reale «è rappresentata invece dalla necessità di costruire il futuro, ricostruendo con le persone un rapporto di fiducia che la politica è andata trasversalmente smarrendo in questi anni. Bisogna ricostruire la nostra comunità, restituendo alle associazioni economiche, ai sindacati, agli ordini professionali, al terzo settore e ai cittadini valore e importanza. Va ricompattato – prosegue nella sua disanima Liviano - il tessuto sociale, avendo contezza che le persone vengono sempre prima delle infrastrutture, dei progetti e dei rendering». 

Poi l’appello a svolgere la campagna elettorale, che può già considerarsi nel vivo visto che, votando a maggio, il periodo di commissariamento sarà breve, «nella diversità ma nel rispetto reciproco e nella lealtà verso la città».