Taranto | Liviano (Demos): la maggioranza non c’è più
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13 Dicembre 2023
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Su oltreilfatto.it | Liviano (Demos) - Il bilancio ieri è passato con solo sedici voti a favore (compreso quello del sindaco). Siamo quindi di fronte ad un dato evidente: la maggioranza non c’è più.
Il tempo ci racconterà poi se è vero che un gruppo di consiglieri riconducibili, per appartenenza diretta o indiretta, all’area di governo nazionale, siano disponibili a sostenere Melucci e i suoi, o se si tratti solo di infelici illazioni giornalistiche. Nella prima ipotesi questa esperienza di consiliatura potrebbe continuare, fino addirittura a strutturarsi in maniera organica, ribaltando completamente nei fatti l’esito delle elezioni di un anno fa, nel secondo caso invece questo consiglio, per quanto ieri abbia approvato il bilancio di previsione, non ha nessuna aspettativa di vita e perpetuarne l’esistenza sarebbe, oltre che un’ostinazione priva di senso, un rischio gravissimo per tutta la comunità
Infatti, in un contesto in cui la Politica è completamente assente, per volontà del sindaco, per debolezza cronica dei partiti e per inconsistenza di molti dei protagonisti, il rischio altissimo è che il collante che unisca coloro che ancora ritengono di poter sorreggere Melucci, oltre alla personale ansia di sopravvivenza, possa essere il mercato.
Il mercato prevede sempre una domanda, un’offerta e un prezzo da pagare. E se il sindaco, per rimanere in piedi, dovrà essere di volta in volta costretto a fare accordi con i singoli che lo sostengono, il prezzo che dovrà pagare sarà interamente a carico della città.
Essere governati da un’armata Brancaleone di questo tipo, con un sindaco in piena confusione, in una città dove tra JUST TRANSITION FUND, PNRR, GIOCHI DEI MEDITERRANEO, TAVOLO CIS E FINANZIAMENTI REGIONALI, sono in arrivo circa un miliardo e settecento milioni di euro, desta spavento e preoccupazione. Il momento per la città è epocale: una cattiva gestione di queste risorse pregiudicherebbe la qualità della vita dei nostri figli e delle future generazioni
Se Melucci vuole essere di aiuto alla città ha ora una sola possibilità: dimettersi e considerare chiusa la sua esperienza politica. Ostinarsi a proseguire questa consiliatura rischia di essere uno schiaffo in faccia al futuro di Taranto.
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Tarantobuonasera.it | Da una parte DemoS (il partito Democrazia Solidale al quale aderisce il consigliere comunale Gianni Liviano) boccia senza mezzi termini l'operato del sindaco Rinaldo Melucci e prefigura scenari possibili a medio termine e lungo termine; d'altra parte la capogruppo del Pd, Bianca Boshnjaku, prende le distanze dal circolo di Talsano del Partito Democratico, che aveva espresso una severa censura all'azione politica e amministrativa di Melucci.
Cominciamo con DemoS. «Noi di DemoS - dichiarano il presidente cittadino Stefano Angelici e il segretario cittadino Alessandra Lorusso - abbiamo provato sin da subito, tramite il nostro Consigliere comunale Gianni Liviano a far comprendere agli amici del Partito Democratico che omologare ogni scelta del Sindaco, in cambio di aspettative di ruoli, era un grande errore. Abbiamo provato a spiegare che la mediazione in politica è valore sempre e che invece la sottomissione non avrebbe portato a nulla. Ed è strano che mentre nel parlamento, il PD e DemoS collaborano in maniera fattiva, tant'è che l'on. Paolo Ciani (segretario nazionale di DemoS) è il vice-capogruppo dei deputati PD alla Camera, a Taranto, invece, non c'è nessuna forma di dialogo tra i due partiti».
«E certo - proseguono Angelici e Lorusso - alcuna colpa è attribuibile a DemoS. Nel breve periodo in cui è stato capogruppo del PD, Gianni Liviano, pur essendo stato eletto come indipendente, ha cercato di salvaguardare la dignità del gruppo consiliare nel rispetto verso la dignità dei tanti militanti del partito. Per questo Liviano si è relazionato con il sindaco non con il capo chino e il cappello in mano, ma cercando sempre il confronto fino a portare il Sindaco anche a modificare decisioni già prese, come per esempio nel caso dell’allargamento della città al cosiddetto comparto 32.
Mentre però Liviano faceva politica d’altra parte la segreteria provinciale del Partito Democatico e alcuni consiglieri comunali optavano per una relazione di sudditanza che li portava addirittura in talune circostanze a scrivere e a parlare sotto dettatura da Palazzo di Città. Una politica cieca che ha portato Melucci a sentirsi autorizzato a fare e disfare fino addirittura a creare una nuova maggioranza rendendo protagonisti coloro che meno di due anni fa lo avevano malamente sfiduciato. Revoche ed attribuzioni di incarichi in lassi di tempo brevissimi che certo non hanno giovato alla comunità cittadina. Se è vero che un incarico istituzionale richiede competenza, che se non hai, si costruisce sul campo con tempo, passione, dedizione e confronto».
«Ora appare evidente - conclude DemoS - che questo Sindaco non sia all'altezza dell’importante compito di gestire i tantissimi fondi che sono arrivati e ancor più arriveranno nei prossimi mesi nella nostra città. Noi crediamo ora che ci siano due alternative possibili. La prima è mandare Melucci a casa entro febbraio, in maniera da poter votare a maggio 2024. La seconda, ove non si ritenesse opportuno mandarlo a casa, è costruire, in consiglio comunale una maggioranza di fatto, una rete di persone sagge che, innamorate della città, possano fare squadra e confrontarsi sulle scelte oggettivamente migliori. Per il bene di Taranto e dei suoi cittadini, a prescindere dal pensiero e dagli umori del sindaco e del suo gruppo di seguaci».