Tre lezioni dall’Umbria
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29 Ottobre 2019
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di Mario Giro
I risultati delle regionali umbre sono chiari: la destra (Lega-FdI) vince alla grande; il centro-destra non esiste più; il Pd si arrocca sul dato nazionale perdendo voti; l’M5S declina. Si dice che il risultato fosse atteso ma non è vero: le sue dimensioni (20 punti di scarto) sono una sorpresa per tutti.
La prima lezione da trarne è che coalizzare a freddo il Pd umbro con il suo peggior nemico locale del M5S (coloro che hanno fatto cadere la giunta) è stato un azzardo di cui tutti prevedevano le conseguenze. Di fatto l’M5S umbro non ha fatto campagna mentre una buona parte del Pd ha boicottato le elezioni.
La seconda lezione è che non si possono strumentalizzare i civici. Il civismo in Umbria è una realtà affermata, con numerose liste cittadine, alcune delle quali di buon successo. Si tratta di un mondo variegato e articolato, che discute e anche litiga al suo interno ma da prendere sul serio. I partiti dovrebbero averne rispetto.
Il modo con il quale il Pd umbro (in preda a una crisi interna) ha prima fatto l’endorsement su Andrea Fora per poi scaricarlo è stato vergognoso. Occorreva, come noi di Democrazia Solidale avevamo proposto per tempo, lasciare i civici aggregarsi attorno alla candidatura invece di affrettare il percorso e mettersi troppo in mezzo. In realtà tale intromissione cela un giudizio negativo sui civici che va modificato.
La terza lezione è che far tornare al voto gli astensionisti, i delusi e i moderati è cosa difficile. La polarizzazione emozionale che favorisce la Lega (nessun contenuto, solo slogan) è ancora forte in tutto il paese. Perché il risveglio non sia troppo brusco occorre ricostruire con umiltà dal basso e non fare operazioni a tavolino. Le persone vanno ricercate una per una: è un percorso lungo ma l’unico possibile.
Nella battaglia umbra molti non se la sono sentita di schierarsi: da +Europa a ItaliaViva a una certa parte di mondo cattolico. Con tutto il rispetto, parlare solo ora ergendosi a “giudici del giorno dopo” senza essersi impegnati, sa solo di fasullo e contraffatto.
Democrazia Solidale ha tentato sin dall’inizio di dialogare con il civismo, per favorire l’aggregazione e l’intesa. Nel civismo ci sono tante risorse ancora non ascoltate e troppo umiliate. Andrea Fora viene dal mondo della società civile ed è espressione del rinnovamento. Così come lo è Vincenzo Bianconi, letteralmente catapultato alla testa della coalizione a tre giorni dalla chiusura delle liste in forza dell’accordo Pd-M5S.
E’ stato il suo un gesto di coraggio notevole, ben sapendo che si trattava di scalare una montagna senza aiuti dai partiti maggiori. Anche Fora ha avuto il coraggio di proseguire malgrado la mortificazione subita. Queste scelte audaci alla fine pagano. Bianconi e Fora –il cui incontro è stato autentico e fuori dagli schemi del politichese- saranno il vero e unico “nuovo” in consiglio regionale. Data la situazione, Democrazia Solidale, ha deciso di sostenere la lista Bianconi (sola forza politica a farlo) con propri candidati e mettendo a disposizione tutte le risorse umane che ha in regione. Andrea Fora e Marialaura Tufi sono stati i nostri candidati di lista e siamo felici per l’elezione di Fora e per il buon risultato di Marialaura Tufi.
Da domani occorre ricostruire una politica vera e attenta ai bisogni dei cittadini: è una frase non retorica per DemoS che parte sempre dal basso. Siamo certi che la politica leghista fatta di odio, risentimento e ricerca continua di capi espiatori o nemici, deluderà presto gli umbri. Siamo anche sicuri che purtroppo le diatribe interne al Pd umbro proseguiranno. Ma DemoS sarà presente per fare da pungolo, ricordare le priorità umbre a partire dal territorio e relazionarsi vitalmente con il mondo civico.
Fonte: https://www.huffingtonpost.it/entry/tre-lezioni-dallumbria_it_5db7f1a3e4b036b6a165f65f