LaStampa.it | Guerra in Ucraina, Zuppi: “Atrocità insopportabili, ma il Papa crede nella pace”


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24 Febbraio 2024


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Il cardinale: «È così necessario il dolore a cui stiamo assistendo? Ogni giorno che passa significa tanti morti in più e famiglie distrutte»

LaStampa.it | BOLOGNA. «Sono passati due anni. Due anni dall’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito della Federazione Russa. Ricordate l’inizio? Drammatico e atteso: si sapeva che il piano inclinato della violenza che durava già dal 2014 avrebbe portato alla guerra. Anche se sembrava impossibile: qualche volta ci illudiamo che alla fine “andrà tutto bene”. Ma non è andato tutto bene». Alla veglia per la pace nel secondo anniversario del conflitto, il cardinale Matteo Zuppi si domanda con tono angosciato: «È davvero così necessario il dolore a cui stiamo assistendo? Abbiamo fatto tutto quello che potevamo per ottenere la pace?».

Partecipiamo tra i fedeli all’incontro di preghiera nella chiesa di San Ruffillo, dove l’Arcivescovo di Bologna è in visita pastorale: «Non sono più sopportabili le atrocità e il sangue versato. Ogni giorno che passa significa tanti morti in più. Famiglie devastate. La vita distrutta».

A margine della funzione, il Presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), incaricato da papa Francesco nella missione di riconciliazione per mettere fine alle ostilità nell’est Europa, incontrando La Stampa spiega che l’attività diplomatico-umanitaria della Santa Sede «sta continuando. La nostra speranza è che si accelerino i tempi». Zuppi sottolinea che «dobbiamo un grosso ringraziamento al nunzio apostolico a Kiev, monsignor Visvaldas Kulbokas, e al nunzio a Mosca, monsignor Giovanni D’Aniello: sono in continuo contatto tra loro e con i responsabili delle due parti per cercare di creare un clima favorevole al dialogo e verificare tutti gli elenchi e le vie che agevolino, come già è successo, il ricongiungimento familiare dei bambini ucraini». Del resto Maria Llova-Belova, la commissaria russa ai diritti dell’infanzia, ha voluto ringraziare la diplomazia vaticana per la partecipazione al processo di ricongiungimento. Mentre il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha concesso l’onorificenza dell’Ordine al merito al cardinale segretario di Stato vaticano Pietro Parolin e allo stesso Zuppi «per il significativo contributo personale al rafforzamento della cooperazione interstatale, al sostegno della sovranità statale e dell’integrità territoriale dell’Ucraina, alla divulgazione dello Stato ucraino nel mondo».

Le testate francesi Agence France Presse, Le Monde e La Croix hanno scritto che l’inviato speciale del Pontefice potrebbe andare a Parigi, invitato dal presidente Emmanuel Macron, dopo Kiev, Mosca, Washington e Pechino.

La ricorrenza di oggi «ci spinge ancora di più a lavorare per la pace. Non possiamo abituarci e rassegnarci alla guerra!».

Zuppi assicura che «il piano umanitario voluto dal Pontefice prosegue». L’altro ieri il Capo dei vescovi italiani ha incontrato a Roma 11 bambini ucraini: provengono dall’orfanotrofio di Kharkiv, al confine con la Russia. Vivono - sopravvivono - insieme a un’ottantina di altri coetanei in un bunker, perché la loro zona è esposta a bombe e missili. Alla veglia il Cardinale ribadisce l’impegno della Cei affinché «numerosi bimbi ucraini possano venire in Italia a trascorrere le vacanze in famiglie o strutture. Si sta già lavorando con il governo ucraino, tramite gli ambasciatori, il Nunzio e la Caritas per gli accordi».

L’Alto Prelato incoraggia «a occuparsi di chi soffre. Con la solidarietà e l’aiuto concreti. E l’accoglienza: noi vorremmo tanto che quest’estate molti bambini, ragazzi, orfani possano giungere nel nostro Paese per un periodo di pace, in cui vedere il mondo come vogliamo che sia. Con un amore che possa essere anche un balsamo per curare le loro ferite dell’anima. Con vicinanza, senza tante parole, usando il linguaggio universale: sorridere, giocare, guardare negli occhi, comunicare affetto. Tutto questo non ha bisogno di traduzione, i bambini e i ragazzi lo comprendono benissimo». E poi, «come ha sollecitato il Papa, dobbiamo unire le nostre lacrime alle loro. E dire che non c’è giorno in cui non siamo loro vicini, almeno con la preghiera e la compassione. Afferma Francesco: “Il vostro dolore è il mio dolore”. Questa è la compassione. Questo è non essere indifferenti». Zuppi riprende un altro passaggio del Vescovo di Roma: «Nella mia mente ritornano molte storie tragiche di cui vengo a conoscenza. Anzitutto quelle dei piccoli: quanti bambini uccisi, feriti o rimasti orfani, strappati alle loro madri! Piango con voi per ogni piccolo che, a causa di questa guerra, ha perso la vita». Nella sofferenza di «ciascuno di loro è sconfitta l’umanità intera». E poi riporta le parole «di Dostoevskij: “Nessun progresso, nessuna rivoluzione, nessuna guerra potrà mai valere anche una sola piccola lacrima di bambino. Essa peserà sempre”. Ecco perché siamo chiamati tutti a fermarci, e a essere artigiani di pace, di fronte a quelle lacrime piccolissime di ogni bimbo».

Guardare con gli occhi di chi «da piccolo affronta la guerra è il modo migliore per decifrarla. Per comprendere la vita. Il suo inestimabile valore. E anche per scegliere l’unica parte in cui si deve stare: quella della madre, difendendo i più fragili, combattendo il male con il bene. Dobbiamo vedere sempre la guerra con gli occhi dei bambini. I bambini ci aiutano a individuare la differenza tra il bene e il male».

Il Presule esorta a «ricordare - nonostante la tentazione di una polarizzazione che non ha niente a che vedere con la comprensione dei problemi - che tutte le guerre sono sempre fratricide. Sono sempre Caino che uccide il fratello Abele. E non bisogna assolutamente confondere le responsabilità, che sono ben chiare e che vanno precisate, per trovare la pace, sempre più necessaria». Anche perché «la maggior parte delle vittime sono civili. E purtroppo in Ucraina, come anche nella Striscia di Gaza, sono tantissimi. Tantissimi. È uno scandalo. Uno scandalo che deve renderci tutti consapevoli».